L'evoluzione della "rivoluzione industriale" ha condotto a diverse modifiche tecnologiche, anche nella gestione dei processi di produzione industriale.
Tra i cambiamenti fondamentali si può individuare il passaggio dalle logiche cablate alle logiche programmabili, che ha condotto ai PLC (Programmable Logic Controller: controllori a logica programmabile).

All'origine dell'automazione industriale

Nel mio caso, non voglio fare una lezione di storia della rivoluzione industriale, ma voglio, in modo semplice e breve, mettere in evidenza quegli aspetti tecnologici, che hanno sorretto in pratica lo sviluppo industriale, per come è stato inteso dalla fine dell'Ottocento fino ad oggi.
L'inizio della rivoluzione industriale è stata segnata dalla meccanizzazione con una presenza massiccia di manodopera, con il conseguente mutamento sociale, dato dagli spostamenti dalle campagne a territori urbanizzati e sempre più antropizzati.
Il passaggio dalla meccanizzazione all'automazione è storia più recente e si può fare risalire ai primi decenni del XX secolo con l''introduzione delle linee di comando e di controllo con cablaggi elettrici.
E poi bisogna attendere qualche altro decennio, fino a giungere agli anni '70 del XX scorso, per vedere una rivoluzione nella rivoluzione, con l'impiego dei controlli programmati attraverso processori embedded, con i relativi sensori ed attuatori.
Questi mutamenti avvengono di fatto ancora oggi con continuità, aggiungendo anche tecniche sempre più avanzate di supervisione e di interfaccia uomo-macchina, nel rispetto anche della sicurezza degli operatori e dei lavoratori.

La tecnologia per i processi industriali

Il cuore della tecnologia attuale per i processi industriali è rappresentato dal PLC (Programmable Logic Controller: controllore a logica programmabile) e la relativa programmazione del processore in codice assembly, dopo una curata analisi e sintesi del processo industriale.
Ma, l'attuale controllo di processo industriale non potrebbe avvenire se, insieme all'elaborazione, soft o hard real time, non ci fossero sul campo sensori, che traducono segnali di varia natura in segnali elettrici, e se non ci fossero attuatori, tra cui in prima fila ci sono i motori elettrici di vario tipo.
In ambiente industriale, non troviamo solo quadri elettrici, in cui solitamente vengono cablaiti i PLC, sensori ad attuatori, ma anche interfacce uomo-macchina sempre più sofisticate, che consentano un controllo ed un intervento immediato ed intuitivo agli operatori industriali.
E non esiste solo il controllo di processo, ma spesso si progettano e si realizzano forme di supervisione di processo, con il campionamento di dati di produzione e l'impiego di RDBMS (Relational Data Base Management Systems), per la generazione di relative statistiche, utili ed essenziali per decisioni strategiche di produzione e di gestione.

Lo studio delle applicazioni dell'automazione industriale per me ha rappresentato e rappresenta ancora oggi uno spunto interessante per unire la robotica agli strumenti software, con un utilizzo flessibile ed intelligente.
In una visione da integratore di sistemi, le applicazioni dell'automazione industriale rappresentano degli esempi estremamente interessanti per unire l'utilizzo di processori embedded, di interfacce utente e, soprattutto, di sensori con le relative logiche di controllo, implementate a volte in modo hardware e a volte in modo software.