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SCIENZE COGNITIVE E PSICOLOGIA




Le scienze cognitive rappresentano un esempio tipico di approccio olistico, in cui si intrecciano neuroscienze, psicologia e temi filosofici di teoria della conoscenza.
Perchè combinare in questa pagina scienze cognitive e psicologia?
Di fatto, questa domanda pone altri interrogativi: la psicologia contiene le scienze cognitive oppure è vero il contrario? oppure, in che cosa si distinguono queste due scienze?
Il rischio è di cadere in contrapposizioni accademiche o in definizioni puramente convenzionali, disperdendo energie preziose, dunque entro subito nel mondo delle scienze cognitive e della psicologia.

Scienze cognitive
Come si possono definire le scienze cognitive?
Potremmo procedere per elencazione dei temi tipici trattati: sensazione e percezione, apprendimento, pensiero, intelligenza.
Ma questo non definisce le scienze cognitive, se non si prova a individuare la tipicità dell'approccio delle scienze cognitive.
E per chiarire cosa siano le scienze cognitive, basta considerare le scienze cognitive stesse, tornando alle radici della teoria delle conoscenza, che è una delle colonne portanti della Filosofia occidentale.
In sostanza, le scienze cognitive rappresentano il tentativo di una riformulazione del metodo di indagine, nel comprendere in modo razionale le modalità di conoscenza dell'essere umano.
In questo tentativo, la psicologia può essere vista come uno strumento più ampio dal punto di vista interpretativo, senza perdersi, tuttavia, in sterili classificazioni delle varie branche della psicologia stessa.
Ma, quello che più importa è vedere le scienze cognitive come una specie di filo di Arianna, che ci può consentire di tracciare un possibile percorso nel labirinto della conoscenza umana, collegandosi ad un approccio tipico ed antico della Filosofia , ad un metodo formale, ingegneristico tipico della Cibernetica , che ci conduce a sua volta ad una formalizzazione tipica dell' Intelligenza artificiale , appoggiandosi su substrati tipici delle Scienze mediche , forniti, per esempio, dalla neurofisiologia, e chiamando in aiuto la Biologia .

In sostanza, mi piace pensare alle scienze cognitive come uno tra i tanti esempi di approccio olistico e come un contesto, in cui i risultati teorici e applicativi si sono ottenuti e si potrebbero ancora ottenere, lavorando con squadre multidisciplinari di ricercatori.

L'intelligenza: dal QI alle intelligenze multiple
Non posso affrontare in poche righe tutti i temi trattati dalle scienze cognitive, ma almeno sfiorare alcuni temi fondamentali come quello dell'intelligenza, cercando di superare le barriere delle convenzioni, con risvolti pedagogici e didattici molto importanti.

Da qualche decennio, per merito di Howard Gardner, è stato introdotto il concetto di intelligenze multiple: si vuole fare emergere le diverse facce delle forme di intelligenza, non privilegiando solo una forma di intelligenza come l'intelligenza logico-simbolica, che domina nella nostra cultura occidentale.
Purtroppo, questo approcccio al tema dell'intelligenza non è ancora ben compreso ed accettato e spesso si procede ancora con una valutazione dell'intelligenza attraverso i test per determinare un quoziente di intelligenza (QI), che in una visione pedagogica e psicologica è poco significativa.
Invece, è bene vedere l'intelligenza nelle diverse forme possibili, che rispecchiano le diverse competenze e caratteristiche delle attività umane, che comportano apprendimento, memoria e adattamento.
E così, si può parlare, per esempio, di intelligenza artistica, di intelligenza emotiva e di intelligenza manuale; ma, questi sono solo esempi di possibili forme di intelligenza e dall'introduzione del concetto di intelligenze multiple da parte di Gardner fino ad ad oggi, si è avuto un proliferare di "nuove" forme di intelligenza.
La cosa più importante, al di là dell'elenco delle forme di intelligenza, che può risultare un esercizio sterile, è importante capire e sottolineare la stretta relazione, che può esserci tra le diverse forme di intelligenza, a cui può corrispondere una relazione neurofisiologica e neuropsicologica, con un forte significato e valore pedagogici.
Inoltre, aprirsi alla comprensione delle intelligenze multiple può essere utile per valorizzare la relazione tra diversi essere viventi, uscendo dalle convenzioni e dai dogmatismi di uno "specismo" riduttivo e non esplicativo.

Il pensiero: la logica e il linguaggio simbolico
Altro tema tipico delle scienze cognitive è il pensiero, nelle sue diverse forme.
Nel caso dell'intelligenza, non ho provato a dare una definizione di intelligenza, lasciando sospeso tale definzione, come se fosse qualcosa di intuitivo.
Anche in questo caso, possiamo addentrarci direttamente nella descrizione, seppur sommaria, di cosa possa essere considerato il pensiero, affrontando il pensiero razionale, espresso attraverso la logica, in particolare la logica formale, e nella forma del linguaggio simbolico.
Da queste prime righe, si comprende come il mio sia un approccio fenomenologico, che individua le manifestazioni del pensiero umano.
E non a caso mi concentro sulla massima espressione del pensiero, il pensiero razionale, che per tradizione si fa risalire alla filosofia greca, che è la culla della cosiddetta civiltà occidentale moderna.
Quello che contraddistigue il pensiero razionale è l'utilizzo di un linguaggio simbolico, sia in forma scritta che in forma orale.
Infatti, l'utilizzo di simboli è un indice rilevante per capire cosa sia il pensiero, che si sviluppa attraverso rappresentazioni astratte e simboliche della realtà.
La distinzione tra linguaggio simbolico e linguaggio non simbolico può essere uno spartiacque ed una chiave di lettura fondamentale, per comprendere cosa sia in fondo la conoscenza e per cercare di espandere il significato di conoscenza, senza dare la supremazia ad una delle possibili forme di conoscenza.

Psicologia
I miei studi di psicologia stanno proseguendo da diversi anni, in parallelo ad altre discipline, partendo dalle origini della psicologia, che possono essere ricondotte al pensiero di Arthur Schopenhauer.
Anzi, dal punto di vista filosofico, il fondatore della psicologia può essere considerato proprio Schopenhauer e non Sigmund Freud, che ha avuto, in ogni modo, un ruolo fondamentale, nel fare emergere problemi e questioni in campo clinico, in un periodo storico e in una società oramai pronta alla "rivoluzione psicoanalitica".
E continuando su questa strada, non per sminuire l'opera di Sigmund Freud, considero importante il ruolo di Arthur Schnitzler, scrittore e drammaturgo viennese, collega e coetaneo di Freud: Arthur Schnitzler viene considerato addirittura l'alter ego di Freud, ovvero la parte narrativa e letteraria del pensiero psicoanalitico, oppure viene considerato da alcuni studiosi il "vero Freud".
Nello studio del pensiero freudiano emergono chiari i limiti di una teoria, che non ha mai raggiunto una forma integrale e completa, e di tale limite era consapevole lo stesso Freud.
Ci sono notevoli meriti di Freud, tra cui il merito di una distinzione netta tra aspetti inconsci e aspetti della coscienza, di una valorizzazione anche terapeutica del mondo onirico e di una visione psicologica dei miti greci.
Lo scontro tra Freud e Jung, tuttavia, fa emergere nettamente le debolezze del corpo teorico freudiano, tra cui il ruolo delle pulsioni sessuali e dell'inconscio, introducendo da parte di Jung una distinzione tra inconscio individuale ed inconscio collettivo.

Ma, anzichè cercare lo scontro tra due interpretazioni della psicologia e della psicoanalisi, è bene cercare di portare equilibrio, come ha fatto James Hillman, filosofo e psicologo, allievo di Jung.
James Hillman, in modo intelligente e da profondo studioso della storia della filosofia, fa notare chiaramente che le origini della psicologia sono da ricercare nei filosofi italiani ed europei del Rinascimento, fino a giungere al XVIII secolo.
Precursori del pensiero psicologico sono Vico, Ficino, Paracelso, che possono essere considerati psicologi ante-litteram.
Ma c'è anche un legame tra l'approccio psicologico ed un approccio poetico e mistico ed anche questo è quello che fa emergere James Hillman nei suoi studi, richiamando il concetto classico di "anima mundi" e valorizzando il valore psicologico della poesia, con gli esempi di Petrarca e Dante.

"Chi è muto, è muto nel suo cuore ... Quali le tue parole, tale il tuo cuore."
Paracelso

Dunque, lo studio della psicologia porta ad una valorizzazione del mondo poetico e letterario ed anche ad una rivalutazione del sapere esoterico, come quello proveniente dall'Oriente, con l'esempio dell'induismo vedico.
Non è un caso che Schopenhauer e Jung siano da considerare orientalisti.
Ma, spesso proprio Jung viene accusato di eccessivo esoterismo, perdendo di vista un approccio razionale e scientifico.
Comunque, come ho detto più volte, bisogna abbandonare toni accusatori e bisogna risolvere le dicotomie, evidenziando sempre il tentativo degno di rispetto e lode di superare il senso di mistero nel momento, in cui si vuole affrontare l'enorme tema della conoscenza umana e del rapporto tra soggetto conoscente e oggetto da conoscere.

E nel tentativo di togliere il velo di mistero della conoscenza umana, è importante per me rivolgersi anche a figure femminili nel campo della psicologia.
Ed è un caso che il mondo della psicologia e, in generale, della filosofia non presenti un numero significativo di esponenti femminili?
In ogni modo, è molto importante ascoltare e studiare punti di vista diversi e, in questo senso, la lettura della psicologa francese Francois Doltò è stata molto interessante, quanto avvicinarmi al pensiero di Laura Pigozzi, psicanalista milanese di grande intelligenza e sensibilità.
E, allo stesso modo, è importante procedere con una continua ricostruzione delle conoscenze psicoanalitiche, rivedendo in modo critico e integrato quanto proviene dal sapere a noi tramandato nelle varie forme.
Seguendo questo cammino, trovo che sia fondamentale l'esempio di Antonio Imbasciati, medico, psicologo italiano di fama internazionale, che per me è un riferimento importante con la sua teoria del protomentale, che consente di avere una visione aperta sulla formazione della conoscenza umana e rafforza alcuni approcci tipici della pedagogia, di cui uno dei più grandi esponenti è stato Jean Piaget.


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